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“Questo era Lapo. Chi l’ha conosciuto non se lo può dimenticare: un batuffolo grigio con le orecchie da pipistrello. Ma Lapo non era unico soltanto per il suo aspetto fisico, sapeva amare e farsi amare da tutti. Adorava passeggiare lungo il viale principale del quartiere perché il più popolato. Ogni dieci metri c’era chi ci fermava per una carezza, o per donargli un boccone dai tavolini del bar.
Il suo ultimo giorno di vita (malato di leucemia cronica) faticava a reggersi in piedi e non riusciva a camminare, tuttavia, quando l’ho chiamato per guardare un’ultima volta quei suoi occhioni color miele, si è trascinato verso di me. Sorpresa di questa sua reazione gli sono corsa subito incontro per sorreggerlo, l’ho afferrato per paura che cadesse, e lui mi ha dato dei grossi baci sul viso, come a volermi rassicurare. Lapo non era solo un cane, era qualcosa di più, il mio più fedele amico.”